Marò: ennesimo rinvio, la Bonino richiama l’ambasciatore

Un nuovo rinvio per l’udienza sul caso dei due marò italiani in India.

La Corte Suprema indiana ha deciso oggi di rinviare l’udienza sul caso dei Marò a lunedì 24 febbraio alle 14 (le 9,30 in Italia) in attesa di una risposta scritta del governo sull’applicabilità o meno per questo caso della legge per la repressione della pirateria (Sua act).

La reazione del governo italiano. «Il governo italiano ha disposto l’immediato richiamo a Roma per consultazioni dell’Ambasciatore a New Delhi, Daniele Mancini». Lo ha annunciato la ministro degli Esteri Emma Bonino apprendendo la notizia del nuovo rinvio dell’udienza dei Marò proveniente da Delhi. «L’obiettivo principale dell’Italia resta quello di ottenere il rientro quanto più tempestivo in Patria dei due Fucilieri».

La questione dell’applicabilità o meno della legge per la repressione della pirateria (Sua Act) al caso deo marò è in mano al ministero della giustizia indiano. Lo ha dichiarato all’ANSA il procuratore generale G. E. Vahaanvati. «Stiamo cercando di venirne fuori – ha spiegato – e lunedì avremo una risposta definitiva per questo problema».

All’inizio dell’udienza il trattamento del caso è stato ritardato di circa 20 minuti per l’assenza del procuratore generale G.E. Vahanvati. Risolto il problema, il procuratore ha ribadito che il governo indiano sta riesaminando l’applicabilità del Sua Act affidando al ministero della Giustizia il compito di dare una opinione definitiva al riguardo. Anche perchè, ha aggiunto, ci sono state forti proteste internazionali contro l’utilizzo della legge anti terrorismo.

Prendendo a sua volta la parola, l’avvocato dei marò Mukul Rohatgi ha ricordato che nell’ultimo anno il governo ha cambiato posizione per sei volte e che la vicenda va avanti da ben due anni senza una formulazione dei capi di accusa. Durante l’intervento del legale indiano, l’inviato governativo Staffan de Mistura si è alzato in piedi per dare simbolicamente maggiore peso al passaggio in cui Rohatgi ha ripetuto che «l’Italia non può accettare di essere assimilata a uno Stato terrorista».

Rivolgendosi al rappresentante del governo, il giudice B.S Chauhan ha sostenuto che non si può continuare con i rinvii ed ha fissato il termine di lunedì per presentare un’opinione scritta con la «soluzione» offerta dal governo per processare i marò. All’uscita dall’udienza, De Mistura non ha escluso che il documento della Procura possa essere depositato già venerdì e quindi visionato anche dai legali di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. L’avvocato Rohatgi, inoltre, ha insistito con la richiesta che, in attesa che si sblocchi la situazione e inizi il processo, i due Fucilieri siano autorizzati a tornare temporaneamente in Italia.

De Mistura, «nuovo ultimatum». «Ad un ulteriore rinvio noi opponiamo un ulteriore ultimatum. Comunque sarà Roma che deciderà nelle prossime ore la linea da prendere davanti a questa situazione. Non è che con questa tattica dilatoria e qualche minima concessione l’India riuscirà a calmare il nostro sdegno». Lo ha dichiarato l’inviato del Governo De Mistura.

Il ministro della Difesa. «Su questo caso non c’è giustizia: siamo di fronte ad un comportamento ambiguo ed inaffidabile delle autorità indiane». Mario Mauro, Ministro della Difesa, commenta in una nota l’ennesimo rinvio indiano sui nostri fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. «La misura è colma – continua il ministro – e ancora più grande è lo sdegno che investe tutta la nazione e che non può non propagarsi all’intera comunità internazionale». La decisione del Governo Italiano di richiamare l’Ambasciatore in Italia è, secondo il ministro della Difesa «non solo giustificata, ma ineludibile e riflette il sentimento del nostro popolo».

 

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