Nola, crisi politica: bocche cucite ma si lavora per una soluzione

Nola – Ormai il conto alla rovescia è cominciato. Si contano i giorni a disposizione per ricomporre la crisi politica apertasi con le dimissioni del sindaco Geremia Biancardi. Il due marzo è una data già cerchiata in rosso: in quella occasione si saprà con certezza il destino di questo Consiglio comunale, in particolare se sarà sciolto anzitempo oppure se questa esperienza amministrativa continuerà. Ed in questa ultima ipotesi, la domanda è d’obbligo: in che modo? Se oltre due anni non sono stati sufficienti a far coesistere in maniera serena tutte le anime di questa maggioranza come si potrà riuscire in poco più di due settimane? Un dubbio non da poco se si pensa che il sindaco ha posto come condizione un patto da riscrivere con gli elettori. Certo il timore di tornare alle urne rappresenta in questa fase una spinta non da poco a ricercare una sintesi seppur forzata al fine di concludere la consiliatura in maniera dignitosa, portando a casa qualche risultato positivo. In pochi, infatti, sono realmente pronti alla sempre difficile prova del voto soprattutto se si porta in dote una prima parte di questo mandato trascorso in maniera pressoché improduttivo. All’orizzonte si sussurrano delle ipotesi di lavoro ma queste non vengono ancora esplicitate. I più scelgono in questa fase la strade degli appelli e degli annunci speranzosi che alla fine un accordo lo si troverà. Il consigliere Giusy La Marca della lista Hyria, contattata, afferma di non voler parlare in questo momento, riservandosi di esprimersi subito dopo la decisione finale del sindaco. Fino a quel momento vivrà questa delicata fase della vita politica cittadina come osservatrice.

La sensazione in fondo è che la difficile partita del rilancio dell’ amministrazione stia nelle mani di pochi uomini e poche donne, in particolare quelli di Forza Italia. Del resto, l’epicentro della crisi è tutto lì nel partito di maggioranza della coalizione di Biancardi con il difficile nodo del turn – over per la fascia da vicesindaco tra De Lucia e Trinchese. A questo vanno aggiunti la richiesta di una maggiore collegialità nelle decisioni ed un più stretto collegamento tra l’esecutivo ed i gruppi consiliari. Una rivisitazione della giunta, in caso di proseguimento dell’amministrazione, appare a detta di molti, inevitabile con un cambio sostanziale, non solo in alcuni tra gli interpreti ma anche dello spirito di fondo che deve animare il lavoro per i restanti anni prima della conclusione naturale del mandato.

Se Biancardi dovesse ritirare le dimissioni la prima “prova del fuoco “dove la tenuta della maggioranza dovrà subito dimostrare la propria solidità è l’approvazione del bilancio di previsione fissato al prossimo 31 marzo. 

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