Nola,Bottega Scotti: dissequestrato parte del Giglio del Sarto

Nola  – Si avvia verso una svolta la vicenda relativa al sequestro del capannone della bottega Scotti. E’ stato dissequestrato infatti il rivestimento del giglio del sarto 2011. Il sequestro era stato eseguito alcune settimane fa dal corpo forestale dello Stato. Ad essere eccepite alcune violazioni in materia di sicurezza: in particolare le prescrizioni relative all’impianto elettrico non erano state rispettate La paura era che l’accaduto potesse avere dei riflessi anche sulla realizzazione del Giglio del Sarto 2011, commissionato proprio alla storica bottega d’arte dai maestri di festa di quest’anno, la famiglia Caccavale. Anche se va detto che gran parte dei pezzi dell’obelisco erano già stati portati in altro luogo dallo stesso maestro di festa. A cercare di demolire il castello accusatorio sono stati chiamati gli avvocati Giancarlo Allocca e Vincenzo Laudanno i quali  nei giorni immediatamente seguenti il provvedimento di apposizione dei sigilli si sono rivolti al sostituto procuratore Cristina Amoroso, titolare dell’indagine. A lei è stata rivolta la richiesta di dissequestrato almeno parziale. A finire sotto il blocco dei sigilli sono state  (capannone a parte) diverse attrezzature: il rivestimento del giglio oltre ad un’altra opera di cartapesta destinata anch’essa alla festa dei gigli. Si tratta di alcune centinaia di metri di finte mura, destinate a fare da cornice al corteo storico organizzato dalla “Fag”. Il provvedimento ha colpito anche un canile abusivo che era nei pressi del capannone: il tutto nei giorni scorsi aveva generato uno stato di apprensione, visto che carte e calendario alla mano, il rischio di non riuscire a costruire nei tempi il giglio del Sarto poteva anche essere fondato. Ieri infine la svolta, con il provvedimento di dissequestro firmato dal magistrato. Il procedimento penale a questo punto dovrà comunque proseguire il suo corso: i capannoni della bottega d’arte sono ancora sotto sequestro, ed i titolari sono già alla ricerca di un’altra sede più idonea in cui svolgere la loro attività. Anche quest’ultimo problema in ogni caso dovrebbe essere risolto in tempi brevi: i dirigenti della bottega d’arte infatti hanno anche altre commesse cui fare fronte, e si sono già attrezzati per trasferire tutta la struttura produttiva in un altro capannone industriale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *