Respinta la mozione di sfiducia alla Cancellieri

No della Camera alla mozione di sfiducia del Movimento 5 stelle contro il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri. I voti a favore sono stati 154, 405 i contrari. Tre deputati si sono astenuti.

Il Guardasigilli è intervenuto alla Camera respingendo di nuovo ogni accusa e ribadendo di non avere mentito al Parlamento e ai pm e di non avere omesso nessuna circostanza né delegittimato la magistratura. Ha sostenuto di avere agito «secondo dovere e coscienza» e negato «inconsueto zelo» per Giulia Ligresti, arrestata e poi scarcerata nell’ambito dell’inchiesta Fonsai, il gruppo assicurativo che faceva capo alla famgilia Ligresti. Cancellieri ha espresso poi «amarezza» perché nella vicenda «è stato toccato il mio onore e quello della mia famiglia» e ha aggiunto: «Non vi è stato nessun favoritismo né interventi calati dall’alto e questo è ciò che dicono i fatti».Le accuse, ha poi sottolineato Cancelieri, «sono smentite dai fatti e dalla magistratura».

Il premier Enrico Letta, che ieri ha convinto il Pd a votare la fiducia al ministro, le si è seduto accanto. Protesta in aula del M5S, con i deputati che hanno fatto squillare i telefonini. Il segretario del Pd Guglielmo Epifani avverte: vada avanti ma rimuova le critiche. Restano le tensioni nel Pd con Pippo Civati che vota la fiducia «per disciplina di partito».

«Non ho mentito né al Parlamento né ai magistrati. E neppure sulla mia amicizia con Antonino Ligresti, che nel processo relativo alla Fonsai non è stato mai indagato e che non ha alcun rapporto di affari» con il fratello Salvatore, ha detto Cancellieri.

 

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