Ciao Pipa: artista dai mille volti e dal cuore immenso

Nola – Le ore 19 di un lento giovedì d’agosto; uno come gli altri, scivolato via tra gli ultimi giorni di lavoro, le ferie in arrivo e le valigie  mezze fatte. Un giovedì come gli altri ma che rimarrà per sempre nelle menti e nei cuori dei nolani. Si è spento oggi, giovedì 04 agosto uno degli ultimi pilastri della nolanità, quella vera: Salvatore Esposito, per tutti Pipariello. Paroliere, poeta, calciatore, allenatore, commediografo, attore lui stesso negli ultimi anni; Salvatore ha donato la propria vita a Nola, una città che ha portato nel cuore e nella mente fino al suo ultimo respiro. Nato 64 anni fa in Via Foro Boario Vecchio, Salvatore verrà ricordato per avere scritto canzoni tra le più belle e significative del panorama giglistico nolano: da “O’ cullatore, A Cartulina,  Fantasia, Serenata doce doce, Carmè e tante altre. Canzoni ancora oggi cantate4 e ricordate da tutti gkli appassionati. Ma Salvatore non è stato solamente  poeta e musicista. Dopo una gioventù dedicata alla sua grande passione: il calcio, sport in cui si è distinto al punto da conquistare il ruolo di coach del Nola calcio; negli ultimi anni, la vena artistica di Piapriello, sempre florida e vitale, si era riversata nel teatro. Le sue commedie da anni oramai segnano un appuntamento importante nel panorama culturale della città: cominciando con “La migliore” messa in scena per la prima volta nel 2003 dalla “Compagnia teatrale nolana di Pipariello” passando per “Il dito nell’occhio”, “Quando mi chiamavo Pasquale”, “La trattoria degli artisti” e tante altre, senza dimenticare “Serenata doce doce” vero fiore all’occhiello della produzione teatrale di Salvatore. Ed è andato via così, con un colpo da teatro. Tornando a Nola da Pavia, dove si era recato per problemi di salute appunto. Ha voluto rivedere la sua Nola, Piazza Duomo, per poi esalare l’ultimo respiro. Quella Nola che da 30 anni orami immortalava nei suoi annuari. Un’opera eccezionale e di inestimabile valore in cui Salvatore ha saputo racchiudere la vera essenza di una festa che lega e divide una città. Oggi e per sempre Nola lo ricorderà con le sue mille sfaccettature  artistiche e forse ogni cullatore che la domenica della ballata indosserà “A maglietta bianca, chella fina…” gli rivolgerà un dolce ricordo.

Cia Pipa.

di Maria Almavilla

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