Esplana Sud, i lavoratori: pronti a riprenderci l’azienda

Nola – “Riprendiamoci la nostra azienda!”. E’ il motto dei lavoratori dell’Esplana Sud, sita nell’ area industriale di Nola, specializzata nel confezionamento di frutta e verdura che ieri mattina hanno occupato lo stabilimento di via Boscofangone per lanciare l’ennesimo grido d’allarme sulla delicata vertenza. Da diciotto mesi attività ferme e cassa integrazione per i circa cento operai. I lavoratori non si danno per vinti e lanciano l’idea di una cooperativa per riavviare le attività. La soluzione piace alla Coop Italia, primo partner dell’Esplana Sud, pronta ad affidare nuove commesse a patto che la produzione riprenda nello stabilimento di Boscofangone. La Regione Campania con l’assessore al Lavoro Severino Nappi dovrebbe accompagnare l’iter. Per tale motivo i sindacati chiedono un tavolo di concertazione con l’assessorato regionale. Il presidio andrà avanti ad oltranza fino a quando il sarà istituito il tavolo di concertazione. Un’ ulteriore perdita di tempo potrebbe far saltare tutto; infatti lo stabilimento, abbandonato e privo di vigilanza, è oggetto di incursioni notturne e furti. Per gli oltre cento lavoratori dell’Esplana Sud la soluzione va trovata in fretta. “ Ormai la soluzione è divenuta insostenibile – dichiara Luigi Sito, segretario generale dei lavoratori in lotta – i proprietari dell’azienda ci hanno completamente abbandonato. Hanno tagliato la corda con il bottino lasciandoci in questa situazione. Da mesi siamo in lotta per il nostro diritto al lavoro”. Le maestranze dell’Esplana, dunque, non si arrendono. Consapevoli della propria elevata professionalità sono pronti a scommettere su sé stessi. Non chiedono assistenza. Chiedono un’ opportunità per poter ripartire. “ Fin quando eravamo in attività – prosegue Sito – la nostra azienda era leader nel settore. Proprio per questo abbiamo intenzione di costituire una cooperativa per rilevare l’azienda che come è noto attualmente è sotto la gestione della curatela fallimentare. La Coop, nostro primo patner, si è dichiarata disponibile a ridarci le commesse anche se dietro alcune garanzie. Certo un ostacolo – continua ancora Sito – è rappresentato dal credito che la Coop vanta nei confronti della stessa Esplana. Un problema che può essere superato solo concedendo alla nostra azienda, che nel tempo ha dato prova di avere delle grandissime professionalità, nuove commesse. In questo modo potremo man mano stilare dei bilanci in cui venga previsto il pagamento del debito pregresso dell’azienda”. L’incontro nel pomeriggio di ieri con l’assessore regionale, Severino Nappi, è andato proprio nella direzione di spingere per la costituzione della cooperativa di lavoratori. Il fallimento, piuttosto improvviso ed inspiegabile, da parte dell’Esplana, rappresenta una delle tante emergenze sul caldissimo fronte del lavoro che vede anche nel nolano, soprattutto nell’ultimo periodo, l’aumento degli indici di disoccupazione in particolar modo degli over 40.

 

Oggi l’aspetto dell’Esplana Sud è quasi spettrale. Un’immagine che stride con quella che tutti ricordano. Un’ azienda leader del settore della conservazione dei prodotti ortofrutticoli che oltre a dare lavoro agli oltre cento dipendenti, rappresentava un polo di riferimento per un intero indotto. L’attività dell’azienda copriva completamente la filiera: dal produttore al rivenditore finale per lo più grossisti del settore alimentare. Una filiera che comprendeva naturalmente l’arrivo in azienda dei prodotti da ogni parte d’Italia, la lavorazione ed il confezionamenti degli stessi, la distribuzione nei punti di rivendita. Un giro d’affari che secondo le stime si aggirava intorno ai venticinque milioni di euro. Un’ immagine che attualmente è solo un ricordo. Un’ immagine che i lavoratori vogliono far rivivere. Ma per far ciò è necessario proteggere i beni dell’azienda che nell’abbandono generale è sottoposta a ruberie di ogni genere come afferma Luigi Visconti uno dei rappresentanti dei lavoratori “ Siamo qui – afferma Visconti – per difendere anche i beni dell’azienda. Al momento del fallimento chiedemmo allo stesso tribunale di poter sorvegliare, in maniera gratuita, lo stabile. Tutto questo per evitare dei prevedibili furti. Purtroppo la nostra richiesta è rimasta inascoltata, ed oggi basta guardarsi intorno per verificare cosa è successo. Molti beni e strumenti sono stati portati via – continua sconcertato Visconti – basta pensare ai tanti cavi elettrici tirati fuori dai tombini, alle cabine elettriche manomesse, fino alle tante casse dove veniva depositata la frutta che sono state rubate. Bisogna mettere un freno a tutto questo, altrimenti allorché dovessimo costituire la cooperativa, per ripartire con l’attività dovremmo anche affrontare anche costi aggiuntivi per rimettere in sesto lo stabile. Noi siamo determinati. Dove hanno fallito i proprietari – continua Visconti – ci riusciremo noi con decisione e fermezza”. Nel frattempo la situazione dei lavoratori è grave.“ Vi sono delle evidenti responsabilità dei vertici della nostra azienda – ci dicono – Siamo di fronte a degli inspiegabili ammanchi che hanno creato una voragine finanziaria”. Voragine che ha dato l’avvio ad una procedura di pignoramento da parte di Equitalia che nei mesi scorsi ha portato al sequestro delle linee produttive dell’azienda. Macchinari sotto sequestro a causa dei debiti che l’azienda ha contratto con fornitori ed enti previdenziali. E non solo. Diversi operai accusano di essersi trovati con le rate dei mutui scoperte. Anche qui lo zampino dei vertici dell’azienda che non avrebbero versato le rate alla finanziarie. Lo spiraglio costituito dalla disponibilità della Coop a fornire della commesse resta l’ancora di salvataggio a cui appigliarsi.

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