Saviano: “Mai più un fiume di rifiuti”

Saviano -Una marcia contro il degrado e l’incuria per richiamare l’attenzione sul grave stato idrogeologico ed ambientale in cui versa il comune di Saviano all’indomani dell’esondazione dell’alveo Santa Teresa che sette giorni fa ha messo in ginocchio un intero quartiere. Ad una settimana esatta dallo scempio ambientale infatti, ieri sera i cittadini sono scesi in piazza per fare chiarezza sulla vicenda ma soprattutto per riaccendere le luci su una situazione che rischia l’archiviazione, passata l’emergenza. Il corteo, promosso dall’Associazione “Saviano Migliore” con il sostegno di tutte le altre associazioni cittadine che hanno aderito in massa,  è partito da Piazza Padre Pio per poi raggiungere la località Masseria Carlonavia in via Tappia-Furignano, dove domenica scorsa si è quasi sfiorata la tragedia. Centinaia di uomini, donne e bambini, seriamente preoccupati per il loro futuro, si sono così uniti in un unico grande progetto di ricostruzione e messa in sicurezza dell’area per la cui bonifica è già in corso un programma di risanamento. Il canale in questione infatti, è stato liberato dei rifiuti, ma necessita comunque di controlli più severi e costanti – lamentano i cittadini. “Siamo stanchi – ha dichiarato Gennaro Esposito, Presidente dell’Associazione Assocampania Felix -. Anni di ingiustizie e di prevaricazioni che una settimana fa hanno ulteriormente compromesso un’area già seriamente a rischio. Domenica scorsa si è quasi sfiorata la tragedia, una situazione allarmante che poteva essere evitata. Così non è stato ed oggi diverse famiglie rischiano anche di dormire sotto un ponte. Tutto questo è assurdo”. L’esondazione dell’alveo Santa Teresa infatti è stata così forte che tutte le abitazioni vicine sono state dichiarate inagibili per i danni che hanno riportato. E’ stato necessario predisporre un piano di evacuazione. Liberati gli alloggi, i residenti sono così stati trasferiti in un vicino bed e breakfast messo a disposizione dal Comune. Una settimana di tempo per ripristinare la normalità. Un tempo decisamente insufficiente scaduto ieri sera. “Dove andremo a dormire se le nostre case sono ancora inagibili? – lamentano in coro alcuni residenti -. Abbiamo ancora il terrore negli occhi. Abbiamo vissuti moneti terribili con il fango che entrava prepotente nelle nostre abitazioni. Solo il Signore lo sa. Queste case sono pericolanti. Hanno circa 300 anni di vita, non sono certo state costruite ieri. Il Comune questo lo sa, lo ha sempre saputo. Non abbandonateci. Fortuna ha voluto che l’alluvione ci sia stato in mattinata e non di notte perché, in caso contrario, la tragedia si sarebbe sicuramente consumata. Abbiamo avuto la lucidità e il tempo materiale di uscire dalle abitazioni e riversarci in strada prima che l’acqua e il fango entrasse. Abbiamo paura. Aiutateci”. “Facciamo in modo che i riflettori restino accesi finchè non torni la normalità – ha dichiarato Nunzio Mirra, Presidente dell’Associazione “Salviamo Saviano” -. Dopo l’alluvione, i cittadini delle zone interessate hanno dovuto lasciare le loro case per necessità, trasferendosi in un albergo dove, tra l’altro, non era nemmeno possibile cucinare. Non è bello vedere anziani, già provati emotivamente, in difficoltà nel masticare un panino perché impossibilitati a cucinare. Non è bello vedere bambini, già impauriti, piangere perché non dormono nel loro letto. Tutto questo è assurdo. Chiediamo controlli, ma soprattutto, teniamo alta l’attenzione”. Un’attenzione che i cittadini hanno voluto materializzare in una targa, scoperta subito dopo il corteo. Una targa per non dimenticare un giorno particolarmente triste per la città.

di Autilia Napolitano

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