Nola, il gip archivia il caso dell’ex assessore Candela accusata di falsa dichiarazione

Nola – Con l’ordinanza di archiviazione del Gip del Tribunale di Nola, si mette la parola fine sulla vicenda che ha riguardato l’ex assessore del comune di Nola, Berenice Candela.

La stessa era stata denunciata di falsa dichiarazione dal consigliere comunale di opposizione, Rino Barone, in merito a quanto dichiarato dall’ex componente dell’esecutivo del sindaco Minieri circa l’insussistenza di cause di incompatibilità, in occasione della sua nomina quale assessore alle Politiche sociali. A finire nel mirino era stata la dichiarazione sottoscritta dalla stessa Candela in cui si precisava di “Non avere parenti e affini entro il secondo grado…che esercitano attività …economiche che pongono in contatti frequenti con struttura affidata o che siano coinvolti nelle decisioni o nelle attività inerenti gli uffici”

Il consigliere Barone nella sua denuncia aveva evidenziato come la madre dell’assessore rivestisse la carica di amministratore unico di una struttura che da anni intrattiene rapporti economici con il Comune di Nola in particolare– si precisava – nel settore delle Politiche sociali. Ancora si circostanziava come i servizi della struttura in questione afferissero alla delega dell’allora assessore Berenice che nell’esercizio delle proprie funzioni avrebbe interagito necessariamente con gli uffici comunali.

A supporto della tesi dell’esistente conflitto di interesse dell’ex assessore Candela e della conseguente falsità della dichiarazione in merito all’insussistenza di cause di incompatibilità venivano portate come elemento di prova, tra l’altro, il pagamento di alcune fatture e la pubblicazione di una determina a favore della struttura. Tutto questo in un periodo successivo al conferimento dell’incarico in giunta alla stessa Candela.

Il Gip del Tribunale di Nola, esaminata la richiesta di archiviazione, ha motivato l’accoglimento della stessa sottolineando come la denuncia non appare sostenibile. In primo luogo perchè non vi sarebbero i presupposti per ravvisare gli estremi per una falsa dichiarazione. E questo perché i rapporti della struttura del genitore dell’ex assessore, amministratore unico della società, con il Comune di Nola sono pressoché saltuari. Nell’arco temporale 2019-2020 si registrano solo due rapporti che non “possono ritenersi indici sintomatici di rapporti frequenti e continui tra ente privato e pubblica amministrazione” .

La società amministrata dalla madre della Candela risulta aver riscosso un pagamento dall’amministrazione comunale nell’anno 2019, prima dunque dell’assunzione dell’incarico di assessore. Nell’anno 2020, anno in cui, con decorrenza dal mese di giugno Candela assumeva l’incarico di assessore, l’unico rapporto con l’ente di piazza Duomo ha riguardato la spesa di degenza e funeraria relativa ad un ospite della struttura che, dalla documentazione agli atti, risulta essere deceduto il 6 giugno 2020, pertanto tre giorni prima che l’ex assessore sottoscrivesse la dichiarazione di compatibilità.

Dirimenti al fine della archiviazione sono risultate le dichiarazioni fatte in sede di udienza camerale da parte dell’ex assessore alle politiche sociali Candela, assistita dall’ avvocato Gianluca Cancelliere, che hanno fornito al giudicante una chiara e trasparente versione dei fatti oggetto del procedimento, per i quali vi era già la ragionevole richiesta di archiviazione del Sostituto procuratore.

L’ex assessore Berenice Candela ha precisato, all’esito del procedimento, che: “Alla luce dell’intera vicenda resta l’amara constatazione che le dinamiche politiche della Città dei Gigli e di Giordano Bruno sono condizionate da interessi di parte, spesso confliggenti con il bene della collettività. I cittadini nolani devono ridare dignità alla città e comprendere che la responsabilità più grande appartiene a loro. Votate con consapevolezza e senso di appartenenza, date peso al vostro voto e riportate Nola dove merita. Le persone libere danno fastidio, la mia autonomia e la mia indipendenza hanno destabilizzato, per questo hanno provato, maldestramente, ad interrompere sul nascere la mia azione di politica sociale, affidando agli inquirenti una denunzia strumentale vuota di qualsiasi fondamento. Il tentativo di infangare il mio nome ha incontrato l’alt della Magistratura, che ha dimostrato ancora una volta di saper distinguere la verità dalla menzogna. Voglio infine precisare che le mie sofferte dimissioni del 27 0ttobre 2020 non sono conseguenza di questi fatti e sono arrivate ben prima di questa vicenda, ma sicuramente tale scelta nasce dall’ostruzionismo politico e amministrativo alla mia azione politica”

L’assessore Berenice Candela ha lasciato l’incarico, rassegnando le proprie dimissioni, a causa dei contrasti con il gruppo Nola Democratica che l’aveva indicata.

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